“Impossibile non comunicare”
(Paul Watzlawich)
L’adolescenza è un periodo cruciale dello sviluppo umano, punto nevralgico posto a metà strada tra l’essere bambino e l’essere adulto. Non si può parlare di adolescenza senza far riferimento alle difficoltà comunicative e relazionali che emergono in questo periodo (12-16 anni) tra genitori e figli. La consapevolezza dei genitori dei profondi cambiamenti che avvengono durante questa fase della vita potrebbe favorire il superamento sereno di questo periodo di transizione. Al contrario, il fraintendimento dei sentimenti alla base di tale rivoluzione personale potrebbe far sentire il ragazzo incompreso e non riconosciuto.
Quando la relazione con i genitori diventa conflittuale e talmente aspra da far vacillare la fiducia reciproca vengono alzate le barriere difensive e la comunicazione sembra assente e quasi impossibile. In realtà l’adolescente in quell’istante comunica, sta comunicando di voler crescere e di volersi differenziare, seppur con la presenza dei genitori al suo fianco. Ma mentre esprime questi suoi bisogni, preso da sconvolgimenti del corpo e dell’anima, sente la paura di lasciare andare il mondo del bambino, protetto e rassicurante.
Dal punto di vista psicologico il riconoscimento è molto importante sin dalla nascita. Da bambini impariamo a comprendere chi siamo e a valutare noi stessi attraverso lo sguardo dei genitori, costruiamo un’immagine di noi grazie al rispecchiamento con loro. Tutte le aspettative e le modalità con cui i genitori percepiscono il proprio figlio, insieme alle percezioni che il bambino ha di sè e delle sue capacità entrano nella relazione in uno scambio comunicativo tacito e non verbale. Se tale dialogo interiore e relazionale è positivo, quindi guidato da comprensione e accettazione dell’altro è ovvio che il periodo adolescenziale non comporti grandi difficoltà per l’intero nucleo familiare. Ma a volte tale scambio comunicativo è pervaso da sentimenti negativi che disturbano la comunicazione veritiera, ciò potrebbe incidere negativamente sulla nuova immagine di sè che l’adolescente sta cercando di costruire.
La nascita dell’identità ha inizio con la scelta di modelli da imitare. L’adulto dovrebbe proporsi come modello di personalità coerente e congruente: avendo già sviluppato un acuto senso critico l’adolescente scoprirà facilmente nell’adulto contraddizioni e insicurezze. L’adulto, dunque, comincia ad apparire una persona imperfetta, di cui egli comincia a cogliere le contraddizioni, le incongruenze, la fallibilità.
Il crollo degli ideali sul mondo adulto rappresenta la causa di una forte spinta verso la socializzazione. Tra coetanei appare possibile condividere un vissuto profondo. Nel gruppo dei pari l’adolescente, quindi, interiorizza nuovi valori e regole in quanto può esplorare modalità diverse da quelle sperimentate in famiglia.
In seguito avvengono i cambiamenti corporei, il corpo si modifica velocemente. Tali cambiamenti sono estranei all’immagine corporea del bambino. Queste parti del corpo devono entrare a far parte della nuova immagine corporea che fa a pugni con quella precedente. Il corpo diviene il luogo della relazione e dello scambio tra il proprio mondo interno e il mondo esterno, attraverso il corpo l’adolescente parla di sé, si rappresenta e comunica.
In generale, la psicologa Dr.ssa Nicoletta Core si occupa di psicoterapia dell’adolescenza Napoli con il metodo dello psicodramma analitico per tutte le forme di disagio psicologico e in particolare per l’età adolescenziale di:
– comportamenti a rischio;
– dipendenza da sostanze;
– comportamenti aggressivi;
– disturbi dell’alimentazione;
– bullismo;
– altri disturbi della condotta;
– difficoltà scolastiche;
– difficoltà emotive;
– chiusura relazionale;
-etc.